L’eCommerce continuerà a crescere: 7 step per iniziare

I dati del commercio elettronico in Italia sono sempre in crescita. Le novità tecnologiche annunciate in questa fine d’anno suggeriscono una sempre maggiore sinergia tra online e offline. Ed i comportamenti degli utenti danno ormai per scontato il mobile.

Come cogliere l’opportunità dell’eCommerce per la tua impresa? Ecco 7 step che inquadrano rapidamente le scelte strategiche che dovrai affrontare.

#1. La piattaforma

Il tuo nuovo sito di commercio elettronico non si sviluppa a partire da zero. Si utilizza una piattaforma specializzata che viene configurata per le tue esigenze. La tua scelta, quindi, verte su quale piattaforma utilizzare.

In figura le più utilizzate nel mondo (qui la fonte). Come vedi, la concentrazione è elevata (poche piattaforme supportano la maggior parte dei siti mondiali), Magento è la più diffusa.

Quali sono i criteri che devi tenere a mente per scegliere?

  1. scegli una piattaforma standard (tra quelle dell’immagine) perché se cambi web agency, è probabile che la nuova conosca quella piattaforma e non sarai costretto a buttare via l’investimento fatto;
  2. scegli una piattaforma capace di connettersi a sistemi terzi (come il tuo gestionale, eBay, Amazon ecc … );
  3. che abbia un mercato di plug-in florido, perché spesso lì ci sono soluzioni a buon mercato per bisogni che non hai ancora nemmeno maturato.

Più è diffusa la piattaforma, più sarà standard, collaudata, connessa, ricca di plug-in.

#2. Il catalogo

Ti sembrerà strano, ma se sei alla tua prima esperienza di commercio elettronico, gran parte del lavoro sarà svolta proprio su quello che conosci meglio, i tuoi prodotti. Perché online i clienti sono da soli ed è necessario strutturare l’offerta.

2 sono gli aspetti prevalenti: la relazione padre-figli e le informazioni da pubblicare.

La relazione padre-figli, una volta stabilito il prodotto padre, consente di definire i figli come varianti del padre. Per esempio, la maglietta può avere 3 taglie: la maglietta è il prodotto padre, la sua declinazione nelle tre taglie sono i figli, che rappresentano l’articolo acquistabile.

Questa scelta impatta sulla visualizzazione in elenco e scheda prodotto, quindi su quello che i clienti vedono a colpo d’occhio e relative percentuali di conversione. E quel che rende questa decisione ancora più delicata è che non ci sono soluzioni scontate.

Dal punto di vista delle informazioni da pubblicare, invece, il tema è quello della completezza: allo store online serviranno le informazioni del gestionale, quelle per l’utente, quelle per il posizionamento nei motori di ricerca e le foto.

Un lavoro corposo da non sottovalutare, ma che per fortuna si fa una sola volta e per il resto si manutiene.

#3. Il processo di acquisto

Le piattaforme hanno già processi di acquisto collaudati. Quindi la scelta strategica è subito al bivio: il processo di acquisto standard va bene per la mia azienda oppure deve essere riprogettato?

Nel primo caso, sarà necessario semplicemente configurarlo con gli strumenti di pagamento che si vorranno accettare, gli strumenti di spedizione (e relativi costi) che si vorranno offrire, la gestione dei dati di fatturazione.

Nel secondo caso, invece, potrebbe essere necessario riscrivere interamente il codice. Per capirci, se vendete oreficeria all’ingrosso, per esempio, il processo di acquisto prevede le seguenti varianti:

  • il prezzo dei singoli prodotti varia in funzione del peso, dell’oro contenuto, del titolo dell’oro … moltiplicato per il valore corrente dell’oro;
  • a questo valore va aggiunto il valore della manifattura … moltiplicato il peso del prodotto;
  • aggiunti i prodotti a carrello per l’ordine, è necessario che in azienda l’ordine sia effettivamente preparato, verificato il peso e confermato (o modificato) il valore: nell’oreficeria, infatti, una variazione anche di un grammo sul prodotto modifica in modo sostanziale il valore del carrello;
  • a questo punto l’acquirente riprende il controllo e può chiudere l’ordine;
  • e tutta questa complessità deve essere rappresentata nelle pagine di carrello e conferma ordine.

E’ abbastanza evidente che del processo di acquisto standard non è rimasto nulla: il prezzo si definisce con molte variabili, gli attori sono 2, la rappresentazione va completamente rivista.

#4. Il gestionale

Molto probabilmente in azienda è in uso un gestionale in cui le info sui prodotti sono già archiviate, si gestisce il carico e lo scarico di magazzino, le vendite e le consegne, le fatture attive e passive, quindi clienti e fornitori.

Collegare il gestionale allo store online è quindi un’opzione possibile, ma richiede budget; quali sono i pro e i contro di questa scelta?

Cominciamo col vedere quali sono le informazioni che possono scambiarsi. Lo store di eCommerce può acquisire dal gestionale le seguenti informazioni:

  1. i prodotti;
  2. le categorie in cui sono presentati;
  3. i dati sui clienti;
  4. le disponibilità dei prodotti.

Allo stesso tempo, lo store di eCommerce può inviare al gestionale le seguenti informazioni:

  1. gli ordini ricevuti;
  2. i dati sui nuovi clienti;
  3. le fatture emesse.

Ciò premesso, veniamo ai criteri:

  • caricare dal gestionale prodotti e categorie significa centralizzare la gestione delle informazioni, evitare duplicazioni e rischi di errori; se i prodotti sono molti e/o variano con frequenza, può essere addirittura una scelta obbligata;
  • gli stessi vantaggi di ottimizzazione e centralizzazione dei dati visti per i prodotti valgono più o meno anche per clienti e fatture emesse;
  • più critica è l’informazione sugli ordini ricevuti online, perchè da questi parte una gestione dalla cui efficacia dipende il giudizio del nostro cliente; ma se gli ordini sono pochi al giorno, si può rinviare inizialmente la sincronizzazione con il gestionale;
  • infine, la disponibilità dei prodotti: nella maggior parte dei casi, è sufficiente un allineamento notturno delle disponibilità, senza ricorrere al “tempo reale” tipico di altri contesti.

#5. La comunicazione

Il fatto che stiamo realizzando uno store di commercio elettronico non deve fare perdere di vista la necessità di spiegare al cliente perchè dovrebbe acquistare i nostri prodotti dalla nostra azienda.

E’ compito della comunicazione e del marketing rappresentare la value proposition dell’azienda, ricercare e valorizzare i motivi di differenziazione della propria offerta, ascoltare il cliente per servirlo meglio.

Erroneamente si pensa che basti una home con i prodotti, ma in realtà il tema va affrontato come in ogni altro progetto di comunicazione online, partendo dalla visione del cliente, facendo la lista delle cose che vogliamo raccontargli, definendo le priorità, trasformando tutto questo in un layout e una navigazione coerente.

Al limite, in questo processo, sarà opportuno chiedersi se rappresentare o meno i prodotti in home: e la risposta non è scontata.

Fa parte di questo processo rendere disponibili ai clienti punti di contatto chiari e certi. Avvisarli del lancio del sito. Comunicare loro periodicamente le novità con una newsletter.

#6. La cloud

Quando abbiamo realizzato lo store per Yamamay, l’allora testimonial del brand Chiara Ferragni aveva un tale seguito che totalizzammo oltre 300.000 contatti in 2 settimane circa con picchi di 250 utenti contemporanei.

Nei mesi scorsi, con altri clienti, abbiamo sperimentato anche picchi di oltre 600 utenti contemporanei. Se si pensa che la media è di 20-30, si può avere un’idea della portata …

Con questi picchi, un server tradizionale va giù e smetti di fatturare.

Come evitarlo? Con le soluzioni in cloud: in breve, invece di utilizzare server fisici con un dimensionamento dato, noleggi performance in cloud che possono essere modificate in modo flessibile.

Vuoi un esempio? Se il tuo sito di commercio elettronico risiede su un server fisico e il tuo business cresce, per cambiarlo ci vogliono 3-4 giorni (acquista il nuovo server; mettilo in rete; installa sistema operativo, middleware e piattaforma; carica i dati dal back up del data base di produzione e collauda; se tutto è ok, spegni il vecchio e accendi il nuovo).

Con una soluzione in cloud, bastano 3-4 minuti!

La scalabilità non è l’unico motivo per preferire soluzioni in cloud: affidabilità rispetto le rotture, rischi di obsolescenza ridotti a zero, granularità delle soluzioni, immediata disponibilità delle stesse sono gli altri vantaggi.

#7. Il controllo dei risultati

Se i 6 step di sopra sono andati a buon fine, lo store è online. Ed è qui che inizia il tuo vero lavoro: vendere.

Certo, fin qui avrai preso molte decisioni strategiche, ma tutte concentrate in 2-3 mesi e finalizzate alla messa online. Finita questa fase di progettazione e realizzazione dello store, è il momento di farlo funzionare.

Ci sono almeno 4 aspetti che è opportuno controllare periodicamente:

  1. le visite al sito, cercando anche di capire da dove vengono al fine di migliorarsi: più traffico arriva al sito, maggiore sarà il fatturato a tendere;
  2. le registrazioni di clienti, perché un cliente che si registra è un cliente che sta per acquistare;
  3. gli ordini ricevuti, ovviamente, ma più in generale tutte le variabili che sono sotto il tuo controllo e che determinano il fatturato;
  4. le performance della newsletter che sollecita i clienti iscritti.

Ovviamente qui abbiamo passato rapidamente in rassegna temi che meriterebbero, tutti, di essere approfonditi in appositi post. Ma l’obiettivo era la veloce panoramica, una sorta di elenco delle domande da fare alla web agency, sgombrando il campo da quelle che, invece, è inutile fare.

Buon 2016 di opportunità a tutti, allora.
E se avete domande, scrivetele nei commenti.

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