Una strategia di web marketing spiegata a chi ne sa poco

Quando si parla di web marketing, spesso si parla degli strumenti che verranno adottati e di tutte le ultime tecnicalità messe a disposizione delle aziende. Chi conosce l’approccio di Meetweb ai problemi, però, sa che la prima cosa che proviamo a fare è “ragionare”.

Se quindi state cercado l’elenco aggiornato degli strumenti di web marketing disponibili sul mercato, siete capitati sul post sbagliato: qui proviamo a raccontare dove li dovete mettere, quegli strumenti.

Obiettivo? Aumentare le visite al sito

Partiamo dall’inizio: perché ideare una strategia di web marketing? Ci sono molti obiettivi che è possibile perseguire ed i libri, i seminari, i workshop che noi addetti ai lavori leggiamo e seguiamo entrano molto in dettaglio sulla diramazione degli obiettivi, sugli indicatori da misurare, sulle tecniche.

Tutto vero, ma sapete cosa succede nelle PMI che incontriamo? Che tutto si riduce ad un solo obiettivo: aumentare le visite al sito. Punto. Ed io sono d’accordo: ogni impresa ha bisogno di crescere un passo alla volta; incrementare il traffico verso il sito è il primo passo da fare.

Nella figura sopra rappresentiamo già un secondo passaggio, di metodo, che richiede un ulteriore evoluzione: comprendere che il traffico al sito non è fine a se stesso ma deve tradursi in comportamenti desiderati (rappresentati spesso da call-to-action). E che, una volta fatto lo sforzo di portare nuovi utenti al sito, è necessario cercare meccanismi per capitalizzare l’investimento fidelizzando gli utenti (per esempio, con una newsletter).

E’ uno schema molto semplificato, lo so. Ma vorrei ricordare che in Italia c’è ancora un 31% di PMI che non ha nemmeno il sito web (dati Istat).

Il controllo? Si fa con Google Analytics

Abbiamo fatto il primo passo, vi propongo subito l’ultimo: stiamo parlando di strategia di marketing solo se all’investimento corrisponde la pretesa del risultato, che va quindi misurato.

Se spendete soldi per uno strumento qualsiasi ma non avete deciso a monte l’obiettivo e non avete misurato a valle il risultato, allora non state facendo web marketing, state solo spendendo soldi.

Ma come misurate il risultato? Nei seminari ho sentito nominare molti strumenti, le web agency (per professione) e le grandi imprese (per dimensioni) ne utilizzano diversi, ma se siete una PMI utilizzerete Google Analytics. Dai, andiamo dritti al punto!

Ebbene, avete visto come misura il traffico Google Analytics? Ecco in figura la panoramica dei canali di provenienza.

Le fonti di traffico sono:

  1. motori di ricerca (organic search) – sono le visite che arrivano da keywords usate dagli utenti per fare ricerche sui motori; qui trovate quelli che poi hanno cliccato su un risultato che portava al vostro sito; se avete la possibilità, approfondirete la differenza tra traffico da brand (cercano il vostro nome) e traffico da keywords puro (cercano per bisogni o prodotti);
  2. traffico diretto (direct) – è rappresentato da coloro che raggiungono il sito conoscendone il dominio; possono essere sollecitati, per esempio, attraverso campagne off-line;
  3. traffico a pagamento (paid search) – si riferisce al traffico derivante da campagne on-line e può essere distinto a sua volta in 3
    1. paid search – si tratta degli annunci a pagamento sui motori di ricerca;
    2. rete dei contenuti – si tratta dei banner pubblicati sugli altri portali;
    3. remarketing – si tratta dei banner pubblicati sugli altri portali ma visibili solo agli utenti che hanno già visitato il nostro sito;
  4. referral – si tratta del traffico proveniente da altri siti che puntano al nostro;
  5. social – è il traffico che proviene dai canali social;
  6. newsletter (other in questo caso) – è il traffico che arriva dalle vostre stesse newsletter, se inviate con una piattaforma professionale che imposta correttamente i link di tracciamento, altrimenti non vedete niente.

Tutti gli strumenti che adotterete per aumentare le visite al sito, alla fine, produrranno (o non produrranno) effetti su quello schema. Fate seo? si rifletterà sul traffico proveniente dai motori di ricerca. Fate branding? si rifletterà su traffico dai motori, visite dirette, forse referral e social. Fate adv? la maggior parte dell’effetto sarà sul traffico a pagamento.

Ecco, prima di spendere in strumenti di web marketing, dovreste avere chiaro il punto di partenza e il punto di arrivo: avete l’obiettivo di incrementare il traffico al sito e sarà così che misurerete se lo avrete raggiunto.

In mezzo a questi 2 punti fondamentali, ci sono tutti gli strumenti di questo mondo per i quali potete sbizzarrirvi a chiedere i preventivi.

In bocca al lupo a tutti e buon lavoro 😉

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