Le applicazioni che aiutano le aziende a informatizzare, una vista sulla singola impresa
Nei post precedenti abbiamo visto, nell’ordine: quanto sia basso il livello di informatizzazione delle PMI italiane, 4 macro-scenari che “danno un volto” alle statistiche, indicato una roadmap di sviluppo che, a partire dai singoli macro-scenari, motiva le aziende a muoversi.
Ma quali sono poi le tipologie di applicazioni su cui concretamente le aziende possono investire per compiere il percorso di informatizzazione che consenta loro di cogliere le opportunità di business promesse?
Possiamo rispondere a questa domanda con 2 rappresentazioni, una che guarda al mercato nel suo insieme e mostriamo in questo post; ed una seconda che osserva la singola azienda e i suoi processi e sarà oggetto di osservazione in un prossimo post.
Se osserviamo il mercato nel suo insieme, possiamo arricchire la figura della roadmap (scenari + motivazioni) con la tipologia di applicazioni che tipicamente aiutano le imprese in quella fase.
In questa ulteriore rappresentazione (scenari + motivazioni + applicazioni) introduciamo 3 righe per le applicazioni: al centro quelle relative alla informatizzazione di processo, sopra quelle consentono al management di trarre informazioni dai dati gestiti dalle applicazioni sottostanti e sotto, in grigio, quelle relative a tracciamento, privacy, sicurezza, autenticazione ecc che, a mano a mano che si procede con l’informatizzazione, diventano sempre più necessarie.
Attenzione, giova ripeterlo: è del tutto evidente che si tratta di una rappresentazione esemplificativa di una complessità ben maggiore, procediamo per categorie generali al fine di arrivare ad uno schema di “facile” lettura in cui è più facile leggere le esigenze delle PMI italiane.
Ciò premesso, le applicazioni che aiutano una PMI ad informatizzare i propri processi seguono le esigenze della stessa: come detto nei post precedenti, avremo una fase 1 di informatizzazione appena avviata caratterizzata sostanzialmente dall’esistenza di un gestionale contabile (riga arancione centrale, in alto a sinistra).
Spinte dalla voglia di trovare nuovi clienti, le aziende in questa fase attivano strumenti di lead generation (web marketing e sito web) e se tutto va bene, si trovano presto nella necessità e desiderio di gestire il ciclo di vita dei lead, connetterlo al gestionale e monitorarlo.
Le applicazioni che tipicamente assolvono a questi scopi sono i CRM e le Dashboard che offrono la visione unitaria al management dei dati gestiti dalle applicazioni sottostanti.
Nella fase 2, le esigenze delle PMI crescono e intendono digitalizzare nuovi processi. Qui le tipologie di applicazioni saranno sostanzialmente 2: le applicazioni CRUD e quelle di work flow management.
Nel primo caso, siamo di fronte ad applicazioni che gestiscono l’oggetto del processo con le funzioni CRUD (Create, Retrieve, Update, Delete), cioè le quattro funzioni base utilizzate per gestire i dati memorizzati nelle applicazioni di un database.
Che il processo sia di vendita (e gestisco gli oggetti “cliente”, “ordine”, “contratto”, “fatture”, “resi”) oppure di magazzino (con gli oggetti “prodotti” e le quantità di carico e scarico) o di assistenza (e gli oggetti saranno “cliente”, “operatore autorizzato”, “ticket di assistenza” con il relativo ciclo di vita) ecc ecc, le applicazioni CRUD consentono di gestire l’oggetto ma lasciano all’operatore il come e quando.
Nel caso delle applicazioni di work flow management, invece, si aggiunge uno strato al precedente in cui è il software a gestire il come e il quando: le attività sono organizzate e sequenziate, assegnate a specifici utenti, che le eseguono secondo il work flow stabilito.
Così, a parità di processo informatizzato (per es, la pubblicazione dei driver di aggiornamento delle stampanti), un’applicazione CRUD lascia all’operatore caricare i driver, chiedere una verifica al collega magari inviando una email, controllare sovrapposizioni ecc.
Lo stesso processo, gestito però con l’aggiunta del work flow, arriva alla pubblicazione dopo aver sempre eseguito le fasi e le attività previste (per es, verifica ultima versione, valida, pubblica, rimuovi versioni precedenti) e notifica ai vari attori quando è il proprio turno.
Naturalmente stiamo semplificando molto, l’ho già scritto, vero?
In una fase ancora più avanzata delle esigenze delle aziende, si desidera fare entrare in tali processi gli attori esterni, per es clienti e/o partner e/o fornitori. E’ questo il momento di applicazioni che aprono parte delle funzioni e/o delle fasi di un work flow dando vita ad applicazioni che si dicevano di Extranet (riga arancione al centro); e che implicano interventi lato autenticazione e sicurezza (riga grigia sotto) e lato interfacce.
Volendo, sono tali e tanti i processi informatizzati in questo stadio di sviluppo, che al livello del management le applicazioni di tipo Dashboard che avevamo prima evolvono in qualcosa di più complesso che definiamo Business Intelligence.
L’ultimo stadio, lo abbiamo già anticipato nei post precedenti, è la frontiera dell’IA; è il presente e la rivoluzione insieme verso cui tutte le aziende dovrebbero tendere per restare competitive; lo chiamiamo “ultimo stadio” per semplicità, ma la rivoluzione dell’IA è appena iniziata ed è difficile dire di quanti step si comporrà. E a livello di applicazioni, consente di sviluppare l’universo mondo che qui è difficile riassumere.
Articoli correlati
- Quali incentivi e finanziamenti nel 2024?
- Quali sono le motivazioni per l’informatizzazione delle imprese italiane
- La roadmap dell’informatizzazione delle PMI in Italia, 4 possibili scenari
- Il nuovo viaggio phygital del cliente 2024
- Il Black Friday: da evento americano a fenomeno globale
- Moda Made in Italy: sfide e successi 2024
- Ecommerce e sostenibilità è possibile?
- L’arrendamento Made in Italy: un simbolo di eleganza globale
- Il percorso di informatizzazione delle PMI, qual è lo stato dell’arte?
- L’intelligenza artificiale e i suoi 5 impatti