Gli italiani (e non solo) preferiscono le newsletter
Da una recente indagine di Crossview negli Stati Uniti, emerge che per gli utenti il metodo preferito per ricevere messaggi promozionali dalle aziende resta la newsletter (37%) e neanche i social media (9%) riescono a scalzarla nelle preferenze dei consumatori.
A questo trend americano sembrano aderire anche gli utenti italiani. Da un’indagine di MagNews, realizzata in collaborazione con Nielsen nel 2011, l’interesse per le comunicazioni aziendali via newsletter appare rilevante: l’utente medio riceve newsletter dedicate a 5 argomenti diversi (lavoro, viaggi, arte e cultura, news) a cui si è iscritto volontariamente. Il 51% ha scelto una delle proprie 2 (in media) caselle di posta per la ricezione delle newsletter. Per la maggior parte degli utenti, inoltre, le email rappresentano una fonte di informazione importante e a patto che siano interessanti, sono disposti a lasciare i propri dati per riceverle.
L’infografica completa è disponibile qui ma bastano pochi semplici dati significativi per capire l’importanza che il DEM può avere nei piani marketing delle aziende. Eppure non tutti i brand fanno email marketing e non tutti ottengono i risultati sperati. Per questo, dopo aver proposto, in una piccola guida al DEM, un elenco di possibilità offerte dall’email marketing e le 4 macro-tipologie in cui possiamo classificare le newsletter, facciamo un passo in avanti dalla teoria alla pratica, stabilendo dei punti cardine indispensabili per cominciare a fare email marketing.
Cosa mi serve per fare email maketing?
1) una mailing list
Cioè un elenco di indirizzi email in target. Se è vero che gli utenti vogliono ricevere email commerciali di loro interesse, non ci resta che mettere insieme un nutrito elenco di indirizzi email di clienti potenziali ed effettivi.
Per farlo i metodi sono variegati. Quello più semplice ed efficace è inserire sul sito aziendale uno spazio in cui iscriversi alla newsletter inserendo il proprio indirizzo in modo semplice e veloce, come succede su questo blog nella barra a destra. Chi si iscrive volontariamente è certamente interessato ai prodotti/servizi dell’azienda e leggerà le nostre newsletter. Allo stesso modo, si possono proporre l’iscrizione a clienti effettivi e potenziali in tutti i luoghi di contatto come punti vendita, durante acquisti online, prima del download di file, presso stand in fiera, etc..
2) una strategia
Il DEM è uno strumento di web marketing e deve essere trattato come tale perché sia veramente efficace. Prima di intraprendere una qualsiasi attività di direct email marketing quindi dobbiamo stabilire:
a che tipologia di target ci rivolgiamo (business? consumer?)
che obiettivi vogliamo ottenere da essa (aumentare le visite? aumentare le vendite? fidelizzare? lanciare nuovi prodotti e promozioni?)
che tipo di comunicazione vogliamo realizzare (formale? informale?),
e così via. L’importante è partire con le idee chiare, con una strategia che poi potrà essere via via migliorata/modificata grazie agli strumenti di test e monitoraggio dei risultati che ci portano direttamente al punto 3.
3) un sistema di testing e monitoraggio dei risultati
Effettuando dei test è possibile realizzare più versioni della stessa comunicazione email, spedirle ad una piccola porzione rappresentativa della mailing list e poi inviare a tutti solo la versione che in fase di test ha avuto maggior successo in base ai parametri stabiliti. In questo modo potrò testare l’efficacia di un oggetto rispetto ad un altro, la differente attrattiva di due immagini, di due headline, di due layout diversi, le performance ottenute in giorni della settimana o momenti della giornata differenti, e così via…
Per quanto riguarda il monitoraggio dei risultati, dobbiamo controllare per ogni invio dati come % di aperture, % di click, di disiscrizioni, condivisioni sui social network, etc.. Lo scopo è avere un quadro completo delle performance della nostra attività di direct email marketing. Quanti hanno cliccato? E cosa? Con quale browser?.. etc.
Spesso i software di email maketing sono in grado di effettuare test A/B e monitorare efficacemente i risultati di ciascun invio. Incrociando questi dati quelli di Google Analytics possiamo avere un’idea precisa di quello che interessa i nostri destinatari, e quindi calibrare meglio le future campagne DEM.
4) una buona sender reputation
La reputazione del mittente è un elemento capace di aumentare le possibilità che le nostre newsletter arrivino a destinazione. Quando un mittente non è considerato attendibile dagli ISP (come Hotmail, Yahoo, Gmail, etc..) aumentano molto le probabilità che le newsletter vengano identificate come SPAM. È quindi molto importante, ai fini del miglioramento delle performance delle campagne DEM, ottenere e mantenere una buona sender reputation.
Come? Prima di tutto evitando che i destinatari segnino il messaggio come SPAM. Per fare questo occorre lavorare sui contenuti della newsletter – perchè siano sempre pertinenti e interessanti – sulla qualità delle liste – perchè contengano destinatari reali e in target – e sulla gestione delle iscrizioni – perchè sia facile per l’utente iscriversi e discriversi. In secondo luogo è importante l’utilizzo di server certificati e quindi attendibili per gli ISP.
5) uno (o più) template grafici
L’impostazione grafica della newsletter è un aspetto molto importante. Non solo perché le email curate dal punto di vista visivo incoraggiano la lettura e contribuiscono a dare un’immagine positiva e pertinente dell’azienda mittente, ma anche perché attraverso il layout della newsletter guidiamo il lettore attraverso i contenuti fino al click. Inoltre realizzare uno o più template grafici velocizza l’attività di creazione e invio di email periodiche, perché è sufficiente cambiare le immagini e i testi su layout precostituiti, per ottenere sempre un effetto diverso a seconda del contenuto.
Per approfondimenti
Email still driving shopping over social
Email Marketing Trends 2011
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