Come fare impresa sostenibile

Cos’è la sostenibilità aziendale?

I consumatori di oggi, quando acquistano, sono sempre più attenti anche a fattori che prescindono dal prezzo, qualità, utilità del prodotto e che hanno a che vedere invece più con aspetti culturali ed etici del consumo

Ancora una volta, le scelte dei consumatori sono il vero catalizzatore di questo processo perché possono scegliere di premiare o punire le aziende in funzione del loro approccio alla sostenibilità.

Sono in particolare le generazioni più giovani a guidare questo movimento di consapevolezza, con i Millennials che sono già stati etichettati come la green generation e ancora di più con la Gen Z che considera l’impatto ambientale dei brand un aspetto decisivo per compiere s le proprie scelte d’acquisto.

La reputazione è certamente il solito asset competitivo con cui tutte le aziende devono fare i conti e il profitto non può certamente oggi l’unico scopo del fare impresa.

Se non sai ancora di cosa stiamo parlando devi assolutamente leggere questo articolo!

Come si misura la sostenibilità di un’azienda?

Innanzitutto per sostenibilità aziendale si intende quando l’attività di un’azienda impatta sull’ambiente e nel sociale in modo da produrre un cambiamento significativo nella società.

La sostenibilità è oggi trasversale a tutte le funzioni e a tutti i processi aziendali poiché riguarda non solo “cosa l’azienda fa” ma anche il “modo in cui lo fa”in quel preciso momento.

Si può misurare in diversi parametri (non solo inquinare meno, produrre meno rifiuti, etc) e si opera innanzitutto dall’interno, ad esempio:

  1. adottando strumenti IT per migliorare le prestazioni;
  2. organizzando processi produttivi in linea con i principi dell’economia circolare;
  3. migliorando le condizioni lavorative offrendo un ambiente di lavoro agile e flessibile;
  4. capacità di misurazione e rendicontazione delle performance e degli impatti generati.

Stop greenwashing

Il termine “greenwashing” indica la strategia comunicativa attuata da alcune imprese, istituzioni od organizzazioni che, di solito, lanciano una campagna di marketing incentrata sulla sostenibilità dei suoi prodotti e servizi quando in realtà essi non lo sono proprio.

Questo trucco, un tempo molto utilizzato, oggi non funziona più perché i consumatori sono sempre più attenti a beccare le aziende che adottano un ambientalismo di facciata.

Un esempio – negativo – ma famoso di greenwashing è stato quello della Volkswagen; l’azienda aveva dichiarato dati falsi sulle emissioni di determinati modelli di auto e quando vennero scoperti non solo la multa fu pesantissima ma pagò tantissimo anche in termini di danni d’immagine.

A proposito di Greenwashing si è espressa anche la Commissione Europea che ha recentemente proposto delle importanti modifiche alle direttive:

  1. Consumer Rights sui diritti dei consumatori;
  2. Unfair Commercial Practices sulle pratiche commerciali sleali

La proposta mira a dare la possibilità ai consumatori di scegliere prodotti che sono realmente a minore impatto ambientale.

Tra le novità più importanti ci sarà quella che senza una certificazione di un ente di verifica indipendente saranno vietate affermazioni generiche come “rispettoso dell’ambiente”, “ecocompatibile” o ancora “rispettoso del clima”.

Inoltre, il Consiglio Europeo lo scorso novembre ha anche approvato la CSRDCorporate Sustainability Reporting Directive per approfondire il livello di rendicontazione delle imprese europee sui temi dell’impatto sociale e ambientale.

Ma cos’è Agenda 2030 e perchè ci riguarda?

L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU e divenuta sempre più visibile quando i temi della sostenibilità sono entrati a far parte del nostro quotidiano.

Dentro questi obiettivi, che spingono le aziende a pensare in un’ottica di lungo periodo, ci sono tutte le priorità di livello internazionale: salvaguardia dell’ambiente, lotta alla povertà e alla fame, sradicamento delle disuguaglianze.

Tuttavia, l’errore sta nel considerare, ancora oggi, che le grandi sfide globali riguardino solo le aziende di grandi dimensioni e con una forte presenza internazionale, ponendo in secondo piano quelle più piccole, che operano prevalentemente nel contesto nazionale o locale. 

Diversamente, ogni impresa, indipendentemente dalle dimensioni e dagli ambiti di attività, è inserita all’interno di un sistema globalizzato, che impatta e da cui viene, a sua volta, impattata. 

L’idea migliore per abbracciare questa linea è quello di scegliere progetti:

  • attinenti al proprio campo d’azione;
  • in linea con la propria storia aziendale;
  • frutto di una tradizione e un impegno storico del brand.

Conclusioni

Per riuscire a fare la differenza e acquisire un vantaggio competitivo sulla concorrenza è fondamentale adottare un approccio sistemico, inclusivo e trasparente, che sviluppi un forte orientamento all’innovazione e migliori la sua capacità di misurare le decisioni di business analizzando tutti gli impatti (economici e non) che esse determinano, nel breve, nel medio e nel lungo periodo.

Insomma, per essere realmente praticata, la sostenibilità d’impresa deve entrare a far parte della cultura aziendale, agendo nel proprio modo di operare.

Solo così è possibile gettare le basi per una reale trasformazione della cultura aziendale in ottica di sostenibilità.

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