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La vita in un giorno: user-generated content per un web sempre in evoluzione

Come certamente vi sarete accorti, YouTube lancia un'iniziativa senza precedenti: LA VITA IN UN GIORNO, un esperimento globale in cui tutti possono girare video che documentino la vita del pianeta il 24 luglio 2010. Ridley Scott (produttore), Kevin Macdonald (regista) ed il team di YouTube (marketing e supporto) realizzeranno un film documentario che sarà presentato al Sundance Film Festival a gennaio 2011.

Life In A Day is a historic global experiment to create the world's largest user-generated feature film: a documentary, shot in a single day, by you. On July 24, you have 24 hours to capture a glimpse of your life on camera. The most compelling and distinctive footage will be edited into an experimental documentary film, executive produced by Ridley Scott and directed by Kevin Macdonald.

Qui tutti i dettagli, le info e le linee guida: http://www.youtube.com/user/lifeinaday (la pagina è in continuo aggiornamento, naturalmente).

La vita in un giorno: 1 pianeta, 24 ore, 6 miliardi di punti di vista

Fin qui la notizia così come riportata in moltissime fonti. Ma al di là dell'enfasi che si può mettere su un progetto indubbiamente creativo ed innovativo, quali sono le implicazioni (se ce ne sono) che si possono trarre per il web in generale, per gli operatori del settore e per le imprese che in questo web tentano di cogliere opportunità?

Offf – Nostalgia for a past future

I giorni 24, 25 e 26 Meetweb ha partecipato alla conferenza Offf, il rinomato festival internazionale sulla cultura post digitale che si è tenuto a Parigi. Il tema di quest’anno è stato Nostalgia for a past Future. Nostalgia per un futuro passato.

Nostalgia

Un sentimento di tristezza e di rimpianto per come il futuro veniva immaginato nel passato, quello che il mondo si aspettava dal futuro. Il festival si è aperto con l’intervento di Steven Heller, completamente diverso da tutte le altre conferenze per l’analisi storico-politica, che è stato sicuramente attinente a questo tema.

Steven Heller, direttore artistico, editore, curatore per il New York Times, ha passato in rassegna la comunicazione, i messaggi, i poster e le costruzioni del passato che in qualche modo immaginavano il futuro. Un posto di primaria importanza l’hanno occupato le fiere mondiali del passato fino al periodo della guerra e oltre. E’ evidente quanto il messaggio sia cambiato nel corso degli anni a causa degli avvenimenti storici, molto meno orientato all’immaginazione e molto più verso il business.

Web marketing: 2 errori frequenti

Perchè un’azienda dovrebbe avviare attività di web marketing? E come se ne misurano i risultati?

Sono in molti a parlare di web marketing ma troppo spesso con la retorica trionfalistica del web 2.0: “le strategie di marketing sono cambiate negli ultimi anni grazie alle nuove tecnologie, al web marketing, al web 2.0 e ai social network“.

Tutto vero, ma cosa significa per le aziende? Quali sono gli obiettivi da perseguire? E come si misura il loro raggiungimento?

Quando a queste domande sento rispondere con argomenti incentrati sugli strumenti (Facebook può migliorare il tuo business, Twitter può incrementare la tua brand awareness, il tuo SEO può trarre benefici dal social) allora mi viene  piuttosto in mente Fuffas, uno dei più riusciti personaggi di Crozza.

fuffas

Nell’assenza di una risposta seria a quelle 2 domande, secondo me, si nascondono 2 degli errori più frequenti nell’approcciare al web marketing:

  1. pensare in termini di strumenti invece che di obiettivi (faccio Facebook perchè lo fa il concorrente, ma non so cosa voglio …);
  2. perdersi nei tecnicismi operativi (come collego Twitter a Linked-IN, questo o quel plug-in di WordPress ecc … ) invece di misurare i risultati.

Targeting e web advertising: Google Adwords vs Facebook Ads

Sia Google che Facebook danno la possibilità di pianificare campagne di web advertising pay per click. Tuttavia ci troviamo di fronte a due strumenti di advertising online tanto diversi quanto lo sono i due siti che la ospitano.

Ciò che offre Google Adwords è un servizio di keywords advertising, ovvero pubblicità su motore di ricerca targettizzata in base a particolari parole chiave, per cui gli annunci di solo testo, vengono visualizzati da chi effettua determinate ricerche, accanto ai risultati naturali, ma in posizione di maggiore risalto (argomento approfondito nel post: Web marketing o posizionamento?).

Ciò che si ottiene su Facebook Ads, invece, è un pubblicità profile targeting fatta di annunci testo più immagine, visualizzati dagli utenti nel corso della navigazione sul social network e targettizzati in base a variabili demografiche e psicografiche ricavate dai profili degli utenti stessi (argomento approfondito nel post: Facebook Ads: descrizione, target, obiettivi e risultati).

La differenza tra i due strumenti impone prima di tutto una differenza nel linguaggio per carpire l’attenzione dell’utente in due momenti molto diversi della navigazione su internet. Gli annunci Adwords compaiono sulla pagina web nel momento in cui l’utente è concentrato nella ricerca di qualcosa e hanno lo scopo indicare che su quel sito troverà proprio quello che sta cercando; gli annunci su Facebook devono attirare la sua attenzione in un momento di svago, relax e socializzazione.

Ma ciò su cui vogliamo porre l’attenzione è la selezione del target degli annunci, una fase importante perché siano visualizzati dal giusto pubblico (ovvero potenziali clienti). Sia con Google Adwords che per Facebook Ads, infatti, risulta possibile una targetizzazione su parole chiave e una targettizzazione su georeferenziazione, che tuttavia presentano differenze sostanziali, analizzate di seguito.

I numeri di Facebook: 15 milioni di italiani, una grande occasione per le imprese

Di recente Website Monitoring ha pubblicato una mappa dei numeri di Facebook molto interessante (vedi sotto). Nella mappa ci sono le tappe salienti della società, lo sviluppo della piattaforma nel mondo, gli impressionanti numeri della crescita (dal 1° milione di utenti in meno di un anno, nel 2004, agli oltre 400 milioni di utenti agli inizi del 2010, in poco più di 5 anni)!

Certo, si può discutere dell'attendibilità dei dati. Ad esempio, si fa notare che molti profili attivi sono del tutto fittizi;  che viene conteggiato come "tempo speso su Facebook" anche quello in cui tengo aperto il mio profilo ma in realtà faccio altro (come ora, mentre scrivo questo post); così come il fatto che la provenienza dei dati non è del tutto indipendente nè certificata.

Ma pure al netto di queste considerazioni, l'importanza sociale e la consistenza numerica di Facebook non sono in discussione.

Che cosa significa tutto questo per il business? Cosa significa per le imprese italiane il fatto che l'Italia è il 6° paese al mondo presente su Facebook con i suoi circa 15.000.000 di profili attivi? (il 25% della popolazione italiana, stando ai dati Istat)

La classifica dei paesi più presenti in Facebook

La classifica dei paesi più presenti in Facebook, aggiornata a marzo 2010

Enterprise 2.0 – un nuovo modo di pensare l’azienda

L'indagine Social media around the world elaborata da Insites Consulting conferma una tendenza da non sottovalutare: il 72% degli utenti Internet è iscritto a un social network (il 51% sceglie Facebook, mentre il 16% fa uso di reti professionali).

In sostanza, Internet sta diventando sinonimo di Social Web. Chiunque utilizzi la Rete non può fare a meno di appartenere ad un social network.

Cambia così il modo di comunicare, e ben presto, strumenti e logiche riconducibili al Web 2.0, si sposteranno anche all’interno delle imprese, modificando le modalità di interazione tra aziende/marchi e utenti/clienti.

Un'evoluzione che i responsabili aziendali non possono ignorare.

Il termine Enterprise 2.0 è stato coniato da Andrew McAfee, professore alla Hardvard Business School (Technology and Operations Management Unit), per intendere: “l’uso di piattaforme di social software in modo emergente all’interno delle società o tra le società ed i loro partner e clienti”

L’Enterprise 2.0 traccia un percorso di introduzione in azienda delle tecnologie e degli approcci tipici del web 2.0 per stimolare un dialogo ed una collaborazione più efficiente e produttiva tra i dipendenti ed i loro interlocutori all’esterno.

Una tale trasformazione può essere definita “Social Driven” [Fonte Osservatorio Enterprise 2.0 Politecnico di Milano]. Ciò che davvero traina il fenomeno è una “mutazione” nelle caratteristiche degli utenti, nella modalità di interagire tra loro e con le tecnologie, nei loro stessi bisogni.

di Marco Cimmino Web 2.0

Facebook Ads: descrizione, target, obiettivi e risultati

Il social network di Mark Zuckerberg ha lanciato il programma Facebook Ads nel novembre del 2007. All’epoca contava 50 milioni di utenti attivi in tutto il mondo.

Oltre agli strumenti a disposizione per l’animazione e il controllo di una fan page aziendale (argomento approfondito già nel post: Gli strumenti di Facebook per le aziende) con Facebook Ads diventa possibile supportare le attività di social marketing sulla piattaforma, con la pianificazione di vere e proprie campagne di web advertising  pay per click, costituite da annunci con immagine, testo e un link alla fan page o al sito web aziendale, e targettizzarli verso un pubblico selezionato in base a variabili demografiche e psicografiche.

Facebook Ads

Nel comunicato stampa ufficiale il servizio veniva descritto così: “With Facebook Ads, users can learn about brands and businesses through trusted referrals from their friends on Facebook. Advertisers can connect with users by creating a presence on Facebook and targeting the exact people they want”, e si sottolineava che grandi brand globali come Blockbuster, Coca-Cola e Sony avevano già colto la nuova opportunità,  aprendo e promuovendo una fan page su Facebook.

Oggi che il social network conta più di 400 milioni di utenti, i brand presenti ammontano a 1 milione, il ché si traduce in una notevole competizione tra le aziende dello stesso settore presenti sulla piattaforma. Tale competizione rende sempre più importante la pianificazione di un’efficace strategia di Facebook Marketing, che tra i diversi strumenti a disposizione, può includere anche una o più campagne Facebook Ads, che di seguito analizziamo nel dettaglio.

Quanto costa sviluppare un social network?

Quanto costa sviluppare un social network? E quanto tempo richiede?

Nell’ultimo anno questa domanda è stata posta alla nostra web agency una decina di volte! Praticamente, non passa mese senza che ci contattino per la stessa domanda. E di tutte queste richieste, alla fine, solo una community (www.angeliperviaggiatori.com) ha veramente visto la luce.

Perché?

La mia tesi è che, la maggior parte delle volte, manca un’idea che differenzi il social network proposto dagli altri già esistenti; e manca un modello di business che risponda alla domanda più importante: dove si guadagna? Se è così, indipendentemente dal costo, il social non vedrà la luce!

L’importanza del codice semantico e i passi avanti dell’HTML5

La semantica è una parte della linguistica che studia il significato delle parole del linguaggio umano. In modo analogo, si può parlare di semantica anche per il codice HTML, cioè il linguaggio con cui vengono “scritti” i siti web.

Il codice HTML è composto di tag, espressi tra i segni di maggiore e minore, che servono a dividere in parti una pagina web in modo da creare una struttura logica e gerarchica. In un documento web semanticamente corretto, un titolo sarà inserito nel tag <h1> (l’h sta per l’inglese heading, che significa appunto titolo), gerarchicamente più importante per esempio di un paragrafo di testo generico, che sarà inserito in un tag <p> (la p sta per l’inglese paragraph).

Il codice HTML

Il codice HTML

di Graziano Scaldaferri Web design