La roadmap dell’informatizzazione delle PMI in Italia, 4 possibili scenari
Le aziende sono molto diverse tra loro non solo in termini dimensionali e di settori economici di appartenenza (con le relative dinamiche interne che abbiamo raccontato) ma anche in termini di persone, territori, concorrenti da affrontare ecc.
Per capire quanto sia difficile generalizzare, basti pensare che l’innovazione tecnologica necessita della sensibilità del management che la ponga come priorità e della competenza del personale che la applichi nel quotidiano. Ed ovviamente le persone in azienda sono tutte diverse, uniche.
Non sorprende, quindi, che l’ISTAT e il DESI fotografino entrambe situazioni in cui c’è ancora tanta strada da fare per cogliere le opportunità dell’informatizzazione in azienda.
Tuttavia, previe le opportune cautele appena richiamate, si può descrivere una possibile roadmap dell’informatizzazione delle PMI. Nella pratica possiamo distinguere 4 macro-condizioni in cui versano le PMI italiane.
In estrema sintesi, un’azienda può avere una informatizzazione appena avviata/incompleta (1), strutturata (2), avanzata (3), in evoluzione verso l’IA (4). Ed ovviamente tante possibili ibridazioni di queste macro-condizioni.
Il livello “0” di informatizzazione non esiste: non esistono cioè imprese completamente a digiuno di informatizzazione, tutti hanno almeno un cellulare, whatsapp, i social, una casella di posta elettronica e attraverso questi strumenti non strutturati gestiscono visibilità, richieste, attività.
Allo stadio iniziale (livello 1) abbiamo una informatizzazione appena avviata, l’impresa ha il minimo sindacale: un gestionale per la fatturazione e la contabilità e la banca online per i pagamenti attivi e passivi; ma a parte questi, tutti gli altri processi sono scoperti; i documenti prodotti nello svolgimento del lavoro sono archiviati su cartelle condivise, senza archivi e logiche condivise; i dati sono destrutturati e sparsi in vari sistemi/computer/persone ed ogni elaborazione è affidata alla così detta informatizzazione fantasma in cui singoli dipendenti, tipicamente con Excel, fanno elaborazioni estemporanee su aspetti parziali, focalizzati sulla propria funzione e senza una visione d’insieme e collegamenti con le altre funzioni aziendali; infine, l’interazione con clienti, fornitori e consulenti avviene via mail, con i limiti conseguenti.
Allo stadio successivo (livello 2) abbiamo una informatizzazione più strutturata: i processi supportati da software aumentano (con soluzioni cloud standard o personalizzate), di conseguenza le funzioni di archiviazione, condivisione e reportistica degli aspetti gestiti migliorano sensibilmente; aumenta la consapevolezza verso gli aspetti della sicurezza e degli accessi controllati e soprattutto, emerge l’inadeguatezza dei processi non informatizzati, il dato può essere analizzato rapidamente a vantaggio del management e questo aumenta la velocità delle decisioni.
L’informatizzazione è avanzata quando la maggior parte dei processi è supportata da applicazioni e queste dialogano tra loro (livello 3); così, per esempio, il processo commerciale ha generato un lead o un carrello, lo ha trasformato in ordine, amministrazione e magazzino e tecnici che lo devono evadere vedono tutti la stessa informazione anche se agiscono su applicazioni diverse per il loro lavoro; archiviazione, condivisione e reportistica sono a livello di sistema, il dato è arricchito da tutte le funzioni e multidimensionale, accediamo alla Business Intelligence, clienti e fornitori hanno un ruolo esplicito nei processi digitalizzati e contribuiscono a creare valore.
L’informatizzazione si muove verso l’IA al livello più avanzato possibile. La rivoluzione dell’IA è appena iniziata, difficile dire dove ci porterà, senza dubbio possiamo immaginare che diverrà sempre più pervasiva e non più episodica: in questo stadio dell’informatizzazione delle imprese, poggia su un’ampia base dati costruita negli step precedenti quindi trova una grande mole di dati da analizzare, può suggerire informazioni e azioni che l’umano non vede, agisce a supporto dell’umano sui processi di core business, può agire in autonomia sui processi meno critici sui quali ci si sente già oggi pronti alla delega (chat boh, per es).
Come si vede, sono macro-condizioni diverse tra loro ma che descrivono 4 scenari concreti di come è vissuto l’IT nelle PMI e corrispondono alle basse percentuali di incidenza che l’ISTAT mostra nel post precedente.
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