e-commerce: dati aggiornati su 2014 e 2015 in Italia
Il fatturato generato dall’e-commerce italiano segna un + 15% anche nel 2015! Ed il suo valore assoluto è di 15.073 milioni di euro!
Partiamo dai dati misurati da Osservatori.net e aggiornati annualmente per dire lo stato di salute dell’eCommerce in Italia e le opportunità per le PMI che vi stanno pensando (ancora? e a chi aspettate?).
Nota bene: parliamo di quello che i siti di eCommerce italiani fatturano in Italia: Turismo 37%, Abbigliamento 15%, Informatica ed elettronica 13%, Assicurazioni 8%, Editoria 3%, Grocery 1%, Altro 23%.
Fin qui i dati del grafico, ma quali informazioni utili possiamo trarne?
- il Turismo ha sempre rappresentato oltre la metà del mercato (specie servizi semplici, booking su tutto); perché è una buona notizia il suo ridotto peso percentuale (visto che in valore è aumentato)? Perché significa che il mercato è più maturo, oltre alla camera d’albergo si comprano molte più cose;
- l’Abbigliamento: vi ricordate quando si diceva che gli italiani avrebbero acquistato solo a patto di misurare e toccare? il 15% del totale di un mercato in crescita smentisce in meno di 2-3 anni questo assioma; attenti, perché nessuno sa qual è il prossimo settore che smentirà facili (e fallaci) previsioni;
- Editoria 3% vi sembra poco? allora mettete questo dato insieme al fatto che l’Associazione Italiana Editori ha registrato per il 2015 una crescita del mercato ebook del 20% per il 2014 contro una diminuzione del 3,8% del mercato tradizionale del libro – Assintel Report 2015, pag. 63;
- Altro 23% è un mondo di opportunità.
L’eCommerce italiano cresce a doppia cifra e continuerà a farlo
Quali sono i fattori che lo fanno ritenere?
- UK, Francia e Germania sono 3 volte più grandi del nostro mercato ma non c’è motivo (dal punto di vista delle economie, del mercato, del progresso negli stili di vita) per ritenere che non sia una strada già tracciata anche per l’Italia;
- i grandi player internazionali educano il mercato a comprare online e costruiscono sempre di più un’aspettativa verso questa possibilità: i consumatori di tutto il mondo lo daranno sempre più spesso per scontato, quindi il punto non è “se” ma “come integrarlo con gli altri punti vendita”;
- gli acquisti dal canale fisico sono diminuiti (diminuiti!) dello 0,2% a segnare non solo un dato congiunturale ma (per chi vuole leggerlo) un cambiamento delle abitudini per ora ancora non sufficientemente visibile: il tempo libero lo trascorro all’aria aperta, gli acquisti li faccio online – fonte Assintel Report 2015, pag. 60;
La domanda interna è maggiore dell’offerta (e la soddisfano i siti stranieri)
Lo dicono i dati: la domanda interna vale 16.479 milioni di euro. Dal momento che il fatturato dei siti italiani è inferiore (prima figura), se ne deduce che la domanda interna è quindi parzialmente soddisfatta da siti stranieri.
Il dato preciso al netto anche di quello che i siti italiani vendono all’estero è sotto in figura: 3mila milioni di euro è il all’incirca il valore esportato, oltre 4mila 400 milioni è il valore importato.
L’eCommerce serve anche per vendere all’estero
Quando una web agency propone uno store di eCommerce come possibile strumento di internazionalizzazione, viene guardata con curiosità e incredulità. Il grafico sotto risponde con i numeri: le vendite all’estero di siti italiani crescono in fatturato a doppia cifra: +24%, +30%, +22%, +18%.
Insomma, un negozio di commercio elettronico è sempre di più il primo passo se si vuole vendere all’estero.
Fate partire presto il vostro eCommerce
Ci sono mercati che è possibile raggiungere grazie ad uno store di commercio elettronico, e questo è un argomento che riguarda l’estensione del vostro business. Ma il mercato in cui operate sta cambiando, stanno cambiando le abitudini ed il vostro cliente: questo è un argomento che riguarda la sopravvivenza del vostro business.
Per questo suggeriamo vivamente di chiedere un preventivo per uno store di commercio elettronico. Iniziate a ragionarci, iniziate a sperimentare, perché lo spazio disponibile è ancora tanto ma non è quello che immaginate: non è più solo sui prodotti e sul servizio base, per il quale, anzi, lo standard ormai è già molto alto.
Prima iniziate, prima imparerete quali sono i punti deboli su cui lavorare o le opportunità da sfruttare. Serve tempo, ed è meglio prenderselo ora che il vostro business gira ancora e c’è tempo per sperimentare e perfino per sbagliare.
In bocca al lupo a tutti!
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