Come sviluppiamo i progetti di nuovi social network?

E’ comune opinione che un nuovo social network, una nuova app mobile, una start-up digitale, parta dall’idea e si sviluppi in fasi (prototipo, beta, modello di business, moltiplicazione con l’aiuto di un venture capitalist) ognuna caratterizzata da obiettivi specifici.

Ok, ma come sviluppi prototipo, beta e sue evoluzioni alla ricerca del modello di business? Quando il punto di partenza è un’idea astratta, mutevole, non collaudata, la risposta non è così semplice.

Nei progetti complessi, infatti, il tradizionale approccio sequenziale di Analisi-Progettazione-Sviluppo-Collaudo non funziona: alcune cose hanno bisogno di essere verificate strada facendo e magari cambiate, senza aspettare la fine del progetto.

Esiste un approccio alternativo che funziona meglio: si chiama Agile Software Development ed è la strada migliore per sviluppare progetti complessi come nuovi social network, start-up digitali, applicazioni e così via.

In cosa consiste questo approccio? Ecco una sintesi brevissima:

  1. il cliente è parte integrante del team di sviluppo, quindi preparati a partecipare; e molto;
  2. la comunicazione è fondamentale, meglio se in tempo reale, meglio se faccia a faccia;
  3. è necessario consegnare al cliente, in tempi brevi e frequentemente, software di qualità e funzionante; così puoi controllare come procede lo sviluppo e se è coerente con i tuoi requisiti;
  4. alla fine di ogni rilascio, è necessario rivedere le priorità di sviluppo: ed il cliente è parte integrante di questa rivisitazione.

Come mettiamo in pratica i principi Agile?

Dal 2001 ad oggi si sono affermati pratiche e strumenti di grande aiuto:

1. sei parte del team, quindi vedi il back-log – le singole attività/funzioni da sviluppare sono raccolte in un lungo elenco, il back-log; tutto il team di sviluppo lo vede, quindi anche l’ideatore del social, ed è sempre informato su quello che accade;

2. comunicare richiede un linguaggio comune – le attività sono classificate in base alla loro complessità con la seguente scala di valori: 1, 2, 4, 8, 16; se un’attività/funzione ha complessità 16, significa che va analizzata meglio e scomposta in attività/funzioni meno complesse, per essere sviluppate; questa scala relativa ha il vantaggio di rendere le attività/funzioni confrontabili anche per chi non ha dimestichezza con lo sviluppo sw e si troverebbe a disagio di fronte alle tipiche indicazioni di gg/uomo;

3. le consegne frequenti si chiamano sprint – le attività del back-log vengono suddivise in parti più piccole dette sprint; ogni sprint dura 2-4 settimane e al termine di uno sprint, consegniamo un’applicazione funzionante: così possiamo provarla insieme all’ideatore, verificando subito se quello che avevamo progettato funziona o va modificato;

4. alla fine di ogni sprint, stabilisci tu le priorità – ogni rilascio consiste in una parte di software progettato non più tardi di 2-4 settimane fa; funziona? è coerente? fa emergere nuove priorità? bene, mettiamo mano al back-log insieme all’ideatore e riorganizziamo il lavoro di conseguenza.

Funziona?

Ci sono diversi vantaggi nell’adozione delle metodologie dell’Agile Software Development. Certamente il maggior controllo sul progetto garantisce maggiore consapevolezza dello stesso evitando che con il tempo e la mancanza di dialogo, gli sviluppatori e gli ideatori vadano ognuno per la propria strada per non ritrovarsi più.

Con queste metodologie ed i frequenti rilasci, invece, si resta tutti insieme sul back-log, priorità dopo priorità, testando sotto-insiemi del sistema che si è progettato appena 2-4 settimane prima. Difficile che si abbia il tempo di maturare visioni divergenti o di dimenticare le cose che ci eravamo detti.

Inoltre, quando il progetto viene consegnato, abitualmente il budget è finito e non è più possibile intervenire in modifica. E questo genera 2 problemi diversi: se si è previdenti, si cerca di immaginare fin da subito tutti i possibili scenari, con il rischio (spesso avveratosi) di complicare inutilmente le funzioni da sviluppare e perdendo il focus che aveva fatto vedere un’opportunità in quell’idea.

In alternativa, ci si sente costretti in un progetto percepito come incompleto, a dispetto della sua conformità con quanto inizialmente progettato, solo perché nel frattempo è passato del tempo e sono maturate nuove esigenze … senza che maturasse nuovo budget, però.

Infine (ma solo per esposizione), l’approccio consente una maggiore flessibilità evolutiva dell’idea. Spesso si da il via alle attività di progettazione e sviluppo non appena si intuisce che l’idea ha un fondamento, che costituisce un’opportunità. Ma non necessariamente sono chiari nel minimo dettaglio tutti gli aspetti operativi, né conta all’avvio dell’investimento.

Un approccio Agile rende possibile chiarirsi le idee strada facendo, anche coinvolgendo soggetti esterni nella fase di testing del singolo sprint, così che si possa aggiustare il tiro strada facendo.

A seconda che il punto di vista sia quello dell’ideatore o della web agency, si tratta di vantaggi condivisi da entrambi.

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6 Commenti • lascia un commento

  1. …e se uno avesse solo l’idea per un nuovo social network. Solo quella. No soldi. no esperienza. No contatti. Solo il desiderio di confrontarsi con qualcuno circa la possibilità di sviluppare, suggerire, confrontarsi sul da farsi….
    Poco? Pretenzioso? Curioso

  2. beh, diciamo che se uno ha solo l’idea non va molto oltre la piacevole chiacchierata al bar. Perché l’idea che si ha, anche ammesso che incontri una reale esigenza di mercato, resta poco più delle parole che si è usate per raccontarla …

    quello che fa la differenza è la capacità di trasformarla in un progetto d’impresa; in quel caso, le mille decisioni che è necessario prendere quotidianamente per farla funzionare, finiranno per trasformare quell’idea facendo toccare con mano la differenza tra il dire e il fare

    insomma, la chiacchierata si può pure fare, ma cosa ti immagini accada dopo? io, se ti fa piacere, posso inventare idee e strategie per i prossimi 10 anni nella riunione delle prossime 2 ore: ma poi chi lo fa tutto quel lavoro? chi ce la mette la perseveranza, la fatica, l’intelligenza?

    allora se uno avesse solo l’idea, avrebbe veramente troppo poco per fare impresa, ecco tutto

    spero di aver risposto alla tua domanda 🙂

  3. ciao
    sempre riguardo la creazione di un social network, avendo l’idea del settore su cui puntare, avendo chiara l’idea di quali dovrebbero essere i soggetti disposti a pagare, avendo chiaro che bisogna metterci impegno, lavoro, perché no anche andare in giro per promuovere il progetto, rimane lo scoglio iniziale: un capitale da investire, che non si mai quanto dovrebbe essere. Anche quantificandolo, sarebbe una cosa fattibile presentare un progetto e provare a raccogliere dei fondi con il crowdfunding? in questo caso come ci si dovrebbe muovere?
    se si può aprire un dialogo in tal senso ci risentiamo e provo a spiegarvi la mia idea.
    Grazie

  4. ciao Andrea, provo a rispondere alle 2 suggestioni che leggo nella tua domanda:

    1. l’idea – come scrivevo sopra, come scrivono tutti, (da sola) non vale niente! (scusa la brutalità)

    Vuoi la prova? ho conosciuto da poco un imprenditore che trasforma pomodori in conserve, come lo interpreti dal punto di vista dell’idea? poca roba, direi. 400 dipendenti!

    Ora facciamo che io dico: “si potrebbero trasformare pomodori di qualità superiore e venderli ai gourmant e amanti del made in Italy”. Ti piace l’idea? basta enunciarlo per fare 400 dipendenti?

    Credo sia chiaro il punto: l’idea non vale niente!

    1. bis – recentemente ho ricevuto da Bari una richiesta di preventivo per un’idea brillante … che aveva avuto un anno fa anche un’altra persona da Roma; e negli anni scorsi, almeno 3 richieste di preventivi da parti diverse d’Italia per “pet social” …

    2. crowdfunding – se l’idea non vale niente, ti daranno soldi per niente?

    Capisci da solo che devi promettere qualcosa di tangibile domani in cambio di soldi oggi, di fatto stai già vendendo qualcosa, solo che con il meccanismo del crowdfunding, la gente ti paga in anticipo perché si fida.

    Ovviamente, per aumentare la fiducia, devi raccontare bene la tua idea (video, progetto, grafiche, foto ecc … ); anche questo è un investimento, quindi, come vedi, difficilmente si sfugge dal punto critico: per investire, servono capitali propri.

    🙂

  5. Ciao, al momento ho un’idea (abbastanza precisa) di quello che vorrei proporre. Dovrei trovare qualcuno che realizzi il sito e quindi capire quanto mi possa costare questo step (anche se attraverso amici sto cercando qualcuno disposto a farlo gratuitamente, almeno per ora), oltre che un’indicazione di come procedere. Qui c’è la possibilità di uno scambio a tu per tu per illustrare il progetto? in quel caso potresti indicarmi questa prima consulenza quanto può costare?
    Ti ringrazio

  6. Ciao Guido, grazie per aver scritto. Puoi chiamare in azienda e chiedere di me oppure scrivere direttamente alla mia mail.

    La prima consulenza non ti costerà nulla. A presto, Luigi

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