Agrilogistica e il food italiano nel mondo

Per noi che facciamo tecnologia, lavorare con chi fa dell’innovazione tecnologica uno dei propri punti di forza è davvero entusiasmante. Tutto in Agrilogistica è pensiero, intelligenza, tecnologia: innovazione.

Il sistema intelligente di previsione del fabbisogno di prodotti lungo tutta la filiera amplia la visibilità da parte dei soggetti interessati (supermercato, distributore, importatore, produttore) e rende la distribuzione più efficiente (meno costi da over stock, zero rotture di stock, maggiore vita residua dei prodotti consegnati).

Le merci sono movimentate in una logica di cross docking con un magazzino all’avanguardia che fa uso di RFID e controllo computerizzato dei pallet in ingresso ed in uscita, azzerando la ri-digitazione dell’informazione e riducendo al minimo il rischio di errore umano.

Le attività di carico sono monitorate con telecamere intelligenti che leggono i codici degli imballi, visualizzano il contenuto, registrano le operazioni per garantire il massimo controllo interno e la massima trasparenza verso i clienti finali.

I produttori italiani anche piccoli e gli importatori USA anche piccoli possono, finalmente, fare affari tra di loro superando il limite del container. Per chi non fosse addentro alle logiche del commercio internazionale, quest’ultimo punto potrà sembrare oscuro, ma è proprio qui la più grande innovazione di Agrilogistica.

Le merci viaggiano su navi container come quelle in figura sotto. I container contengono una gran quantità di pallet (20 o 40 o 42 a seconda della dimensione del contenitore, della tipologia di pallet – se USA o EU – e della modalità di carico del contenitore – pallet su pallet o pallet su slip sheet o a scatole ecc). Su ogni pallet insistono le scatole di prodotto in numero variabile in funzione della tipologia e misura di imballo secondario (ma in ogni caso, parliamo di decine di scatole).

Far viaggiare un container costa molto: tra nolo del contenitore, costi di trasporto e assicurazione del contenuto, fare viaggiare un container non ottimizzato dal punto di vista del peso e del volume significa caricare di costi eccessivi la merce che contiene. E, di conseguenza, non essere competitivi con i prezzi sul mercato finale.

Cosa significava tutto questo, fino a ieri? Che l’importatore USA poteva comprare un prodotto dal produttore italiano solo se in grandi quantità, solo se in quantità sufficienti a riempire almeno un container, così da distribuirne i costi su tutto il contenuto ed ottenere il prodotto italiano a costi ragionevoli, in modo da poterli rivendere a prezzi competitivi sul mercato USA.

Fino a ieri. Perché con Agrilogistica è possibile superare questo limite. E’ Agrilogistica, infatti, che mette insieme gli ordini anche piccoli degli uni e le produzioni anche piccole degli altri e consolida i container prima che partano, occupandosi della distribuzione su territorio USA in modo efficiente. Quando si dice Export …

Ecco, questa è la storia che abbiamo conosciuto, ammirato e provato a raccontare.
Se anche tu vuoi raccontare la storia della tua azienda, contattaci qui.

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