Internet delle cose (IoT): cos’è in breve

L’Internet delle Cose riguarda gli oggetti connessi ad Internet. E dal momento che sono connessi ad Internet, possono “parlare”, inviare dati.

L’opportunità per la tua azienda, quindi, consiste nel raccogliere quei dati e trasformarli in informazioni che possono esserti utili per prendere decisioni migliori.

Quali e quante sono le cose connesse ad Internet?

Potenzialmente “tutte”, ed è proprio questo a spiegare la portata del fenomeno e le sue potenzialità. Le stime variano ma i numeri sono sempre da capogiro e già per il 2020, cioè tra 2-3 anni.

Ad oggi, 3 sono le modalità attraverso cui gli oggetti si connettono ad internet per inviare dati:

  1. cose “nativamente” connesse ad Internet – pensa agli smartphone, per fare un esempio ovvio, oppure alle nuove automobili di Renault (e di altre case automobilistiche) che stanno equipaggiando le vetture con connessioni ad Internet e sistemi intelligenti in grado di raccogliere ed inviare i dati che i tanti sensori di un’automobile già rilevano; e che, trovandosi in ballo, stanno arricchendo con sensori sempre più evoluti;
  2. cose connesse ad Internet tramite “sensori” – un sensore può essere applicato ad un oggetto, in questo modo rilevando una specifica tipologia di dato; a questo punto, il dato può essere inviato direttamente dal sensore tramite Internet (se il sensore ne è capace) oppure viene inviato ad un broker che raccoglie i dati di tutti i sensori e si incarica di inviarle via Internet;
  3. cose connesse ad Internet in modo “virtuale” – http://let.life è uno dei servizi che consente di attribuire un’anima virtuale agli oggetti; in questo caso, non è l’oggetto in senso stretto a parlare ma la sua anima digitale, che abbiamo creato e riempito di contenuti noi stessi o l’azienda che ci ha venduto quell’oggetto.

Il boom riguarda il secondo tipo di cose connesse ad Internet, cioè quelle connesse tramite sensori. Perché?

Perché se smartphone, autovetture, frigoriferi, cucine ecc … sono appannaggio delle grandi case produttrici che si concentrano sui nuovi oggetti smart, i sensori di fatto abilitano un numero di gran lunga maggiore di cose (tutte quelle che hai già in azienda e gli ambienti stessi).

Cosa posso rilevare con i sensori?

I sensori disponibili attualmente sul mercato sono già moltissimi e consentono di rilevare un gran numero di informazioni. Una panoramica veloce (e per forza di cosa non esaustiva) la trovi in figura sotto.

Si tratta dei sensori usati dal progetto http://www.iotnet.itla piattaforma della Regione Piemonte di Internet delle Cose, costituita da oggetti distribuiti sul territorio che trasmettono dati e informazioni costruendo nel tempo una mappa digitale della realtà regionale.

Ovviamente potresti avere bisogno di sensori diversi ma il punto è il seguente: i sensori a cui stai pensando esistono e costano poco (a volte pochi euro con durata di anni grazie a comunissime batterie a bottone). E’ qui la forza, è questo l’elemento che sta dando propulsione all’Internet of Things.

Come funziona?

Non pensare ai sensori come a qualcosa di complesso e difficile da installare. La complessità è tutta a monte e a valle, il sensore in sé è pensato per essere semplice, specializzato, economico: e proprio in questo risiede la sua forza.

Ovviamente da solo non basta a spiegare la rivoluzione e l’opportunità per la tua azienda o il tuo business.

Immagina allora di avere molti sensori semplici e specializzati che per tutto il tempo, non fanno altro che rilevare il dato per cui sono stati progettati (temperatura, umidità dell’aria ecc). E ogni 10 secondi ti comunicano il dato per cui sono stati progettati. Ogni 10 secondi! Per i prossimi 2 anni! Ininterrottamente!!

Un Broker raccoglie i dati, si assicura che siano validi, li invia all’applicazione web che deve gestirli, si assicura che la comunicazione sia continua ed efficiente.

A questo punto, hai una gran mole di dati nell’applicazione web centrale: l’interpretazione del dato avviene qui!

Ma cosa me ne faccio di tutti questi dati?

Ovviamente, dipende dai dati. Nell’esempio di sopra, se i sensori (temperatura e umidità) sono stati dislocati in un pastificio industriale, di fatto conosco in tempo reale temperatura e umidità di tutti gli ambienti che la pasta attraverserà durante la produzione e posso usare questi dati in diversi modi:

  1. attivare comportamenti – quando un sensore “termometro” mi dice che la temperatura è troppo alta, per esempio, il decisore (umano o automatico) dice al gruppo refrigerante di fare più freddo; il comando arriva ad un dispositivo (integrato o esterno) che gira la manopola della temperatura di un paio di tacche verso il basso; (curiosità: se questo avviene in ambito domestico, stiamo parlando di “domotica”);
  2. più della business intelligence – i dati raccolti possono essere rielaborati per estrarre informazioni in tempo reale (e non ex-post) per decisioni manageriali più rapide;
  3. ricerca e sviluppo – i dati raccolti sul processo produttivo (della pasta, nel nostro esempio) possono aiutare a stabilire relazioni di causa-effetto con la qualità del prodotto per migliorarlo;
  4. marketing migliorato, anche in real time – se le cose mi parlano, in funzione di ciò che dicono, posso reagire con messaggi di marketing più pertinenti; nell’esempio di sopra, i dati di temperatura e umidità, raggruppati per lotti, possono essere condivisi con i clienti B2B; e/o con i clienti B2C in termini di tracciabilità del prodotto;
  5. predizione – i dati raccolti, opportunamente rielaborati, non solo dicono cosa è già accaduto un attimo fa; ma possono prevedere il futuro in base a modelli di inferenza statistica. Wow!

Sono solo alcuni esempi. Le vetture possono restituirmi velocità, posizione e disponibilità di benzina o energia della batteria ed in base a questa ottimizzare il percorso in funzione degli obiettivi di viaggio. I prodotti alimentari possono restituirmi posizione e scadenza per aiutare la GDO ad ottimizzare logistica e distribuzione sugli scaffali. I vestiti possono restituirmi il numero di lavaggi che il consumatore fa a casa per conoscere aspetti inediti del suo comportamento e delle sue occasioni d’uso.

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