Come realizzare un buon sito web (dialogo informale con le aziende)

Come realizzare un buon sito web per la vostra azienda? Molti lo ignorano, altrimenti non vedremmo ancora in giro siti aziendali in cui si narra l’epica storia (… nasce nel 1986 dall’idea di … ) o le brutture di Mission esposte male e a tutti i costi (la nostra missione è creare valore … vorrei ben vedere!).

E’ utile? Voi leggereste mai cose così noiose? In realtà, realizzare un buon sito web è possibile, basta evitare i soliti errori. Ecco una veloce rassegna che sintetizza quello che ho condiviso con i miei clienti in 10 anni di attività nel mondo della comunicazione e del marketing online.

# 1. Avere le idee chiare: a chi volete parlare?

C’è stato un tempo in cui Henry Ford potè dire “Il cliente può avere un’automobile in qualunque colore desideri, basta che sia il nero” (Any customer can have a car painted any colour that he wants so long as it is black).

La Ford T

È una frase diventata celebre per tutti coloro che hanno studiato marketing (e per tanti altri). Si riferiva alla mitica Ford T e, nel mondo in cui viveva, aveva un senso: il mercato era talmente affamato di prodotti a basso costo che accettava qualsiasi cosa. Ma erano gli inizi del ‘900!

Oggi le vostre aziende si trovano in uno scenario ben diverso: mercati maturi, concorrenza elevata, specializzazione di prodotto, necessità di differenziarsi. E di comunicare correttamente ai propri target.

Nel video sopra, per esempio, il target è molto chiaro: Renault vuole vendere la sua auto ai giovani per i quali matrimonio, figli e famiglia non sono all’ordine del giorno. Parla a loro … e non agli altri. Voi a chi volete parlare?

# 2. Non potete dire tutto: dovete scegliere!

Se avete deciso a chi volete parlare, il più è fatto: quello diventa il criterio per decidere cosa dire, come farlo e con quale linguaggio.

Ma il corollario immediatamente successivo è: non potrete dire tutto, dovete scegliere! A meno di ridurre la portata di tutta la comunicazione del vostro sito.

scena dal film sliding doors

Se il 90% del vostro fatturato è fatto sui consumatori finali, il sito dedicato ai franchisee deve essere un altro; in quello dedicato ai consumer potrà esserci solo un breve richiamo.

Se il vostro mercato è fatto di imprese ma vi servite, in casi particolari, di consumer, potete solo accennarlo: il sito di recruiting sarà un altro.

Se la vostra attività è divisa a metà tra 2 tipologie di clienti, quelli che comprano i vostri prodotti con il loro marchio (white label) e quelli che comprano i vostri prodotti con il vostro marchio, dovrete fare 2 siti diversi.

Ovviamente, questo non ha nulla a che vedere con la gamma di prodotto: se vendete abbigliamento, avrete molti prodotti a catalogo, tutti in un unico sito;

ma se vendete moda femminile giovane da un lato e abiti sartoriali dall’altro, allora ci risiamo: 2 mercati diversi, 2 stili di comunicazione diversi, 2 siti web diversi, altrimenti non riuscirete a comunicare efficacemente a nessuno dei 2 target.

# 3. I contenuti: li scrivono i professionisti!

Su questo non vi sono molti dubbi. E non so perché vi vengano. A chi verrebbe in mente di scrivere le memorie difensive al posto del proprio avvocato? A chi verrebbe in mente di progettare le fondamenta di casa al posto dell’ingegnere?

Il fatto che sappiate leggere e scrivere non fa di voi dei copywriter professionisti. Prima lo capite, prima farete del bene alla vostra azienda.

# 4. Seo

Se stesse preparando la brochure, potreste fermarvi qui: riflessione seria sul target, definizione dei contenuti in funzione del target, scrittura professionale. Ma voi state commissionando il sito della vostra azienda, ed il web ha le sue regole.

Di queste, la più importante è: essere visibile e correttamente posizionati nei motori di ricerca. A che servirebbe, infatti, realizzare un sito se poi i vostri potenziali clienti non lo trovano e non lo visitano?

# 5. Conversioni

E a che servirebbe realizzare un sito, fare lo sforzo di renderlo visibile e poi, sul più bello, rinunciare a conoscere i nomi di chi è più interessato? Sarebbe come impedire ad un potenziale cliente di mettersi in contatto con voi.

Naturalmente, non tutte le pagine del sito sono adatte a convertire traffico anonimo in lead commerciali. E non tutte le conversioni sono uguali: alcune sono solo richieste preliminari di informazioni, altre sono già vere e proprie richieste di un preventivo formale.

Ma in ogni caso, è necessario sfruttare fino in fondo le potenzialità del vostro sito web di contribuire al business dell’azienda, anche se il vostro business, fino ad oggi, ha ben funzionato senza l’aiuto del web.

# 6. Andate online

Realizzare il sito web è solo una parte del lavoro, come il riscaldamento nello sport; si prepara con scrupolo la comunicazione aziendale, ma la partita da giocare è un’altra!

azione di rugby

L’obiettivo è comunicare con i vostri potenziali clienti per incrementare il business. Quando il sito sarà online, non vi interesserà più sapere se è bianco o blu, vorrete solo i risultati, nuovi contatti commerciali per i vostri addetti alle vendite.

E prima il sito web va online, prima comincia a produrre contatti commerciali. Perciò non perdete tempo nei dettagli (il pixel, il colore, la virgola … ) perchè in campo ci sarà da sporcarsi.

# 7. Misurate il ROI del vostro sito web

Il vostro principale impegno rispetto al sito web dovrebbe consistere nel misurare le visite ottenute, quelle che si sono convertite in contatti commerciali, il loro valore, gli spazi di miglioramento delle performance.

L’analisi può spingersi a livelli molto sofisticati. Ma non sempre è necessario, purchè abbiate cognizione del contributo reale che il sito web della vostra azienda offre al business complessivo.

E questo vale anche quando state pensando ad un restyling: prima di buttare via il vostro vecchio sito perchè la grafica vi ha stancato, chiamateci per un’analisi dell’esistente: potrebbero esserci asset nascosti da preservare.

# 8. Se volete innovare, non imitate i vostri concorrenti

Quanti di voi sono ossessionati da quello che fa il vostro concorrente? Quanti guardano ogni sua mossa e, per non sbagliare, lo imitano continuamente? Ma se continuate a muovere dietro i suoi passi, come farete a superarlo?

E’ corretto guardare quello che hanno fatto, ma come punto di partenza: poi si deve innovare guardando alla vostra specifica realtà aziendale ed al suo modo unico di dialogare con i clienti.

# 9. Se non conoscete il futuro, fate dei test

Se avete il dubbio che un’idea possa avere un riscontro, testatela, investite un po’ di budget in un test misurabile e limitato nel tempo.

Se va bene, allora avrete scoperto un nuovo modo di far crescere il vostro business e potrete estendere l’investimento.

Se va male, avrete comunque imparato qualcosa in più sul vostro business e su quello che non lo aiuta a crescere. Ed avrete in ogni caso mostrato ai vostri clienti dinamismo e capacità di innovare. Insomma, avete da guadagnare in ogni caso.

#10. Non sprecate risorse. Ma non lesinatele nemmeno!

Nessuno vuole sprecare i budget IT, Marketing e Comunicazione in progetti inutili. Ma nello stesso tempo, non abbiate paura di investire in ciò che vi sembra sensato.

Da questo punto di vista, il valore assoluto di un investimento può essere fuorviante. I progetti vanno analizzati dal punto di vista del contributo offerto al business e alla luce del costo/beneficio.

Un investimento che costa solo 1.000 euro è molto più economico di uno che costa 10 volte tanto; ma se il risultato che produce è zero, vale molto meno di fronte all’altro che potenzialmente produce 600 richieste di preventivo online all’anno!

Il primo equivale a buttare via i soldi, il secondo si ripaga in qualche mese! Avrete così sempre 2 alternative:

  • spendere poco (con il rischio che sia inutile);
  • oppure spendere un budget ragionevole, per fare un passo avanti nella comprensione del vostro business, nella comunciazione ai vostri clienti, nella capacità di innovare della vostra azienda.

Meetweb può esservi utile solo nel 2° caso.

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5 Commenti • lascia un commento

  1. spero di implementare al più presto tutti i vostri servizi!!!

    ciao luissss

  2. Tutto giusto ma forse si direbbe rivolto ad imprese di media grandezza per non dire grandi imprese. Se si rivolge ad una piccola impresa, chiedere anche un copywriter forse é un po’ troppo, intendo un negozio, un’impresa di 1-2 persone, soprattutto diq uesti tempi. Pero? certo, bisogna vedere l’investimento e non il prezzo, questo é giustissimo!

  3. Ciao Alessandro, benvenuto sul nostro blog e grazie per il tuo commento.
    Capisco il dubbio che esprimi: un sito che faccia attenzione a così tanti aspetti quanto può costare? Ed è sostenibile per una piccola impresa?

    Per la verità, parte della risposta è già contenuta nel tuo commento: se ragioniamo in un’ottica di investimento, non è tanto il valore assoluto a contare ma il suo ritorno.
    Per essere più espliciti, se spendo 1.000 euro per ottenere zero non ho fatto un grande affare!
    Ma se investo 5.000 euro per ottenere 50 contatti commerciali, forse le cose cambiano: perché se almeno un paio di quei 50 contatti diventano clienti, probabilmente mi ripago l’investimento.

    Tutto dipende da quel che vendo, in quale ambito geografico, con quale capacità produttiva da saturare ecc.

    Di recente mi è capitato il caso di un potenziale cliente che voleva realizzare 2 siti web, uno per un centro estetico, l’altro per un’attività di fornitura di prodotti a centri estetici.
    Suggerii immediatamente di evitare l’investimento sul primo sito (il centro estetico) perché, in quel caso, per quanti contatti il sito fosse stato capace di generare, non si sarebbe mai ripagato l’investimento. Un centro estetico, infatti, ha un ambito operativo estremamente locale, non ha molto senso un sito web visibile in tutta Italia se poi il centro estetico è in un solo quartiere di Roma: a meno di credere che mia moglie, per un massaggio o altro trattamento, da Napoli prenda il treno per Roma …

    Suggerii, invece, di realizzare il secondo sito, quello per l’azienda che distribuiva nel Centro-Sud prodotti per centri estetici.
    In questo secondo caso, infatti, non solo l’ambito geografico di riferimento era sufficientemente ampio da giustificare una ricerca di nuovi clienti via web, ma anche dal punto di vista dell’ordine medio potenziale, avevamo numeri più ragionevoli: in pratica, sarebbero stati sufficienti 10 nuovi clienti sul primo anno per ripagare abbondantemente l’investimento.

    Alla fine, purtroppo, non abbiamo realizzato né l’uno né l’altro progetto …
    Ma il punto è un altro: vi sono attività d’impresa che non avranno mai benefici significativi da un sito web finalizzato al reperimento di nuovi clienti.
    E questo per diversi motivi: o semplicemente perché quelle imprese reperiscono clienti in altro modo, oppure perché hanno un raggio di azione troppo ristretto sul locale, o per altri motivi ….

    In tutti questi casi, però, non è tanto una questione di aziende grandi che possono permettersi l’investimento a fronte di piccole aziende che non possono (del resto, tra i nostri clienti abbiamo tante piccole e medie imprese); il fatto è piuttosto che per alcune imprese i clienti non si trovano online ed un sito web che si proponesse di farlo, non avrebbe ritorni.

    Un caso tipico dei nostri giorni è quello dei negozi (che pure citavi nel tuo commento). Un negozio trova i suoi clienti perché apre le sue vetrine fronte strada. Difficilmente troverà grandi benefici da un sito web (salvo rare eccezioni).

    E, probabilmente, il grande successo di portali come Groupon si spiega anche così: si tratta di soluzioni che consentono ad aziende per le quali investire in un sito web non ha senso, di ottenere nuovi clienti usando Internet.

    Così, il negozio fronte strada oppure il centro estetico con cui ho parlato, per i quali la ricerca di nuovi clienti non ha molto senso tramite sito web, trovano in soluzioni come Groupon una risposta al loro bisogno.

    Lo stesso potrebbero fare con Fan Page su Facebook in cui, per esempio, la logica “local” trova attuazione in modo molto efficace.

    Beh, non so se ho risposto in modo esauriente al tuo dubbio, spero di si ma in caso contrario, bombardami pure di altri dubbi e commenti 🙂

    grazie mille, Luigi

  4. Pingback: Anonimo

  5. Sono d’accordo su quanto dici a patto che, come sottolinea Alessandro, si vada su grossi budget. Personalmente mi rivolgo ad una clientela soprattutto locale che vuole aumentare la clientela in ambito locale. Per questa ragione puo’ investire una cifra limitata. Mi piacerebbe avere clientei da 5000€ a contratto….

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